Argomenti che cambiano
Lavorare, fare, produrre, aiutare erano gli argomenti di maggiore frequenza quanto incontravo mio padre.
Poi c’erano i politici, la crisi che verrà, le tasse, qualche ricordo della sua vita da giovane e di mia madre che non c’era più.
Ora l’argomento principale riguarda il suo intestino, quello che non riesce a fare e come poter vivere in questo nuovo modo, ricco di limitazioni e così diverso da ciò che entrambi abbiamo conosciuto e vissuto finora.
Gli interessi che lo occupavano si sono ridotti e gli argomenti di discussione pure.
Imparare tutto su come lavora il suo corpo e comprenderne i bisogni è diventato fondamentale.
Destreggiarsi tra medicine, contenitore della pipi (dando un’occhiata al colore), pasti da preparare bilanciati ma teneri, spesa settimanale, lavatrici, travolge e insegna ad essere metodici e precisi.
Parlare adesso non è più scambiarsi informazioni e idee, ma è comunicare attenzione e presenza.
Ripetere la risposta una o più volte comporta un grande senso di maturità, accoglienza, affetto e mostra che non abbiamo più bisogno di ricevere e che è ora di dare.
Sono figlia di un padre anziano, in questo diverso pezzetto di vita e cambio di ruoli.
Vestire questo nuovo ruolo modifica tutto l’orizzonte da guardare.
Vedo segnali chiari sul poco tempo che abbiamo da trascorrere assieme, e desidero viverlo tutto.
Inoltre accompagnare un genitore anziano nei suoi giorni lenti e un p’ò monotoni mi insegna ad apprezzare ancora di più il tempo libero che possiedo, l’autonomia che ho guadagnato, l’indipendenza che vivo.
Guardare la sua dignità nell’accettare cambiamenti così radicali mi permetterà di copiarla per quando toccherà a me.
Perché la vita è vita da vivere in tutte le sue forme, sia quando c’è l’arcobaleno che quando arriva l’imbrunire della sera, ed è lui con la sua vita che me lo sta insegnando.
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