“Hai un riscaldo”, dicevano i nonni
Cos’è esattamente un “riscaldo”, e cosa lo provoca?
“Avere un riscaldo” è la definizione per un disturbo che non ha una corrispondenza nella medicina moderna.
Eppure è una definizione che rende appieno e in modo immediato un sintomo.
Sono definiti riscaldi:
- le gengive che fanno male
- i rossori attorno al naso
- un senso di cistite
- un calore nel basso ventre
- la pipì che sembra bollente
- un occhio rosso
- un herpes sulle labbra
- un bruciore nella zona anale
- bruciore o caldo agli occhi
Quando è appurato che non ci sono patologie in corso, non c’è segno di infezione, o emorroidi sanguinanti, la definizione di riscaldo trova il giusto posto.
Cosa procura un riscaldo:
- mangiare troppo
- muoversi troppo poco
- muoversi troppo
- bere troppo poco
- arrabbiarsi tantissimo
- dormire poco
- mangiare troppo tardi
- mangiare cibi “riscaldanti” come frutta secca, salame, formaggi stagionati, alcolici, spezie, peperoncino.
Quando si presenta un riscaldo, cosa consigliavano i nonni?
- digiunare
- bere tisane rinfrescanti
- bere a sufficienza
- muoversi dolcemente
Preferire cibi rinfrescanti:
- frutta e verdura
- carne bianca o pesce
Durante le feste è facile eccedere e accusare disturbi come i “riscaldi”.
È meglio fare attenzioni e saltare un pasto, bere acqua o tisane.
Tisana rinfrescante:
- equiseto e frutti bosco
- malva, achillea, piantaggine, tiglio
- escolzia, tiglio, malva
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