Il Cipresso, i miti e i problemi di gonfiore
Ciparisso era un bellissimo giovinetto che aveva per amico un bellissimo cervo.
Il cervo possedeva lunghe corna dorate e sul petto monili adorni di gemme.
Sulla fronte una borchia d’argento, alle orecchie due orecchini di perle.
Era solito farsi accarezzare sul collo da tutti.
Aveva briglie purpuree.
Un torrido mezzogiorno d’estate, sotto il segno del cancro, stremato dall’afa il cervo si riposava sul suolo erboso.
Inavvertitamente Ciparisso, che stava giocando con un giavellotto acuminato, lo trafisse a morte.
Ciparisso dal dolore di aver ucciso il suo amico, decide di morire anche lui e chiede ad Apollo dio del sole, di poter mostrare un lutto eterno.
Venne cosi mutato nell’albero che porta il suo nome: il Cipresso.
(Ovidio-Metamorfosi)
Molti sono i simbolismi per la medicina antica in questa novella
Il cervo:
– possiede corna dorate: segno di bile – Fuoco.
– è ucciso a mezzogiorno: ora della bile.
– porta orecchini di perle: segno che riporta alla flemma-acqua.
– le briglie purpuree: sono una indicazione per i ristagni di sangue (emorroidi).
Ecco che non serviva ricordare a memoria le proprietà del cipresso, bastava ricordare il mito.
Il Cipresso agisce sulla stasi linfatica (acqua) con il calore portato dai suoi componenti i terpeni (fuoco).
La medicina antica si avvaleva delle storie per ricordare concetti e nozioni importanti.
La dottrina dei 4 temperamenti (Acqua-Aria-Terra-Fuoco)-(Flemmatico-Sanguigno-Melanconico-Bilioso) portava grande ordine e schemi facili da recuperare e ricordare.
Quando la saggezza si accompagnava alla leggerezza.
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