
un pontile di leggo si allunga in un lago al tramonto. attorno tutta nebbia, una pianta a foglie rosse si staglia di lato e ricopre il pontile di foglie
C’era un tempo dove la cura era incentrata su preghiere, pozioni, riti .
Poi è nata la figura del guaritore del villaggio, e infine il medico .
La progressione della conoscenza con tutti i suoi vantaggi ha lasciato per strada l’empatia, l’ascolto, il tempo dedicato alla narrazione da parte del paziente.
La” medicina narrativa” sta ritornando ad avere il suo spazio e la sua dignità.
Il tempo del racconto è un tempo importante e deve fare parte della cura.
È in questo tempo che si instaura fiducia, attenzione, pazienza e l’alleanza terapeutica tra medico e paziente.
Il tempo del racconto, dove le parole prendono forma , spazio e possono dare voce a emozioni quali: dolori, paure , incertezze , e quindi liberarle .
Un tempo in cui il raccontare e la cura con farmaci o rimedi, hanno il loro posto e creano l’alleanza terapeutica, indispensabile per la riuscita della cura.
Quando puoi, racconta con forza.
Quando devi, racconta con coraggio.
La parola è potente , ed è il primo mezzo di guarigione.
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