Più il padre racconta e fa giochi avventurosi, più il figlio sviluppa la capacità di affrontare le insidie della vita e gestire le emozioni di paura, rabbia, sconforto ecc,
ed inoltre lo aiuta a costruire il senso di fiducia e di potercela fare nel mondo.
Mio padre c’è riuscito, ma a suo modo.
Protagonista di uno dei momenti “spaventosi”, è stata la nostra Simca Citroen e il trattore dei nonni.
La Simca era in difficoltà nell’accendersi, come spesso accadeva.
Di solito la spingevamo da dietro, tutta la famiglia, mentre mio padre a lato del guidatore, teneva il volante e cercava di inserire la prima per farla partire.
Quel giorno decise che il trattore l’avrebbe spinta.
Mi posizionò sul trattore e mise la marcia, tenendo la frizione con la mano.
Mi disse, ora mollo, tu appena sei vicina alla macchina, frena.
Solo che io avevo si e no 6 anni, arrivano a mala pena al volante e i pedali erano troppo duri per me.
Arrivata vicino alla macchina, non frenando il trattore, le ho assestato un
bel colpo!
Mio padre visto il fatto, ha lasciato il volante ed è corso a frenare al posto mio.
In quel momento ero spaventata, avevo capito che non ero riuscita a svolgere il compito che mi aveva chiesto.
Ma a distanza di anni, quel senso di fiducia ha seminato in me il senso di potercela fare.
Avere un padre così sfegatatamente fiducioso non è da tutti, nel bene e nel male di tutto ciò che questo atteggiamento comporta, ma è stata per me una grande lezione di vita.
Ora che ha 88 anni, e progetta ancora mille cose, dove ci vorrebbero altri 10 – 20 anni per terminarle, mi insegna che la vita finisce quando decidiamo di non sognare più,
quando pensiamo in piccolo.
Mi ha insegnato a pensare in grande.
In mezzo alle ombre e luci di un rapporto, le sue luci sono super brillanti.
E anche se mi fa dannare con i suoi progetti impossibili, voglio dirgli che ammiro la sua forza emotiva, la sua tenacia e il suo buon cuore.
È il padre giusto per me.
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