Perché non usare i dolcificanti
Ogni cibo molto lavorato è da guardare con sospetto.
I processi a cui viene sottoposto, gli ingredienti aggiunti per modificarne il sapore, l’odore e la consistenza impediscono al nostro istinto e alla nostra pancia di riconoscere il cibo.
Non riconoscere il cibo, per quello che è, crea confusione, difficoltà digestiva e a volte infiammazione.
Anche i dolcificanti fanno parte dei cibi ‘lavorati’.
I dolcificanti vengono usati per migliorare il sapore di qualcosa quando non l’ apprezziamo, oppure per cercare di limitare il carico glicemico.
Purtroppo, anche se la glicemia non sale, non otteniamo il beneficio sperato e quindi è bene non disturbare l’asse pancreas-insulina, poiché i dolcificanti comunicano a livello del cervello che c’è qualcosa di dolce e interferiscono con i segnali del “non dolce” che avverte la pancia.
Due stimoli opposti: senso di zucchero percepito nella centrale superiore e non presente nella centrale inferiore, crea confusione e disregolazione.
Meglio poco zucchero quando si può oppure sostituirlo con frutta disidratata e limitare al massimo i dolcificanti.
Il bisogno di dolce è una sensazione che si può allenare e diminuire un po’ alla volta, per poter usare meno dolcificanti possibili e mantenere chiaro il messaggio tra cervello e intestino.
(liberamente tratto da un corso con la dr.ssa Pitotti – Biologa Nutrizionista)
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