Se mi guardi, esisto
“Mamma guardami” dice il bambino mentre gioca, ma non desidera che la mamma intervenga.
La mamma ha mille cose da fare e, stare ferma a guardare, in silenzio, in attesa, in osservazione attenta, sembra una perdita di tempo.
C’è la cena da preparare, i panni da lavare, il lavoro portato a casa da concludere.
“Mamma guardami”.
Questa richiesta chiede la presenza paziente e la capacità di stare, di osservare senza il fare.
Produrre, correre, arrivare, concludere, accumulare non è parte di questo gioco.
Guardare, stare fermi, non intervenire è ciò che serve per costruire il senso di valore, di fiducia, di posto nel mondo.
Essere guardati avvalla il diritto di esistere, l’importanza del proprio essere.
“Mamma guardami” è la richiesta più profonda e importante a cui dobbiamo saper rispondere con un sì, ti guardo.
Di questo sguardo abbiamo profondamente bisogno, da piccoli e da adulti.
Guardami! Possiamo chiederlo al compagno, al medico, all’amico.
Dimmi con il tuo sguardo che esisto, che ho valore, che sono importante per te.
Lo sguardo come mezzo potente di legame, valore, cura.
Perché in un mondo pieno di parole e immagini, abbiamo tutti bisogno di uno sguardo, di essere visti.
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