Viaggiare è diverso dal visitare.
Si viaggia quando si entra a contatto con le persone del posto, quando si chiacchiera e si chiede dove mangiare.
Viaggiare è sporcarsi le mani e i piedi nei vicoli poco frequentati, mordere senza remore cibi diversi, rischiare, provare.
Viaggiare è sedersi nella panchina della piazza e guardare le persone, ascoltare i dialoghi, l’accento, indovinare l’età, il ruolo sociale dal vestire e dal portamento.
Viaggiare è fermarsi, sedersi e lasciare che il tempo scorra, senza fretta.
Viaggiare è annusare l’aria, riempirsi gli occhi dei colori, ascoltare i rumori.
Viaggiare è modificare le proprie prospettive, le idee sulle persone e sulle cose, è lasciarsi attraversare e trasportare.
Si può viaggiare restando fermi nel proprio paese o spostandosi, nel mio caso attraverso la nostra bellissima Italia.
Le persone conosciute fin ora mi hanno lasciato un senso di serenità, buon cuore, passione per il proprio lavoro e la propria terra.
Questo viaggio mi sta cambiando dentro, perché oltre che essere il “viaggio di nozze”, modifica, scalza preconcetti e vecchie idee.
Viaggiare fa crescere.
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