L’importanza di porre attenzione al cibo che mangiamo
Chi soffre di sensibilità chimica, chi ha problemi con il caffè, chi non sopporta i profumi, ogni sostanza estranea data da inquinanti dei cibi, residui di pesticidi, conservanti, può riacutizzare i sintomi di reattività.
Questi sintomi possono essere: mal di testa, prurito sulla pelle, eruzioni, stanchezza.
Anche il cibo può essere portatore di “inquinanti“.
Ogni anno in America esce uno studio sulle verdure più inquinate.
Nel 2020 sono state:
Fragole, ciliegie, uva, mele, pesche, pere, patate, finocchio, pomodori, spinaci, cavolo riccio.
Queste verdure sono chiamate “la sporca dozzina“, ed è importante acquistarle solo biologiche o da rivenditori di fiducia.
Via libera invece a: mais, papaya, cavolfiore, kiwi, avocado, ananas, cipolle, melanzane, asparagi, broccoli, cavolo cappuccio.
Per le persone sensibili basta poco per superare le soglia di allarme.
Porre attenzione al tipo di coltivazione e al luogo di acquisto può aiutare a tenere il “limite soglia” basso.
Un altro elemento importante è evitare l’acqua in bottiglie di plastica ed evitare di scaldare le pietanze nel forno a microonde dentro un contenitore di plastica: meglio usare il vetro.
Usare mestoli di legno e non di plastica.
Evitare i cibi confezionati nella pellicola.
Siamo circondati da molecole create ex novo dall’uomo, che in 50 anni sono aumentate di 15 volte.
Cercare di limitare per quanto possibile la loro assunzione è il minimo che possiamo fare per la nostra salute.
Dr. Federica Marinelli Bologna, responsabile centro Valsambro
https://www.valsambro.it/
Elettra Erboristeria
Rimedi Naturali Personalizzati
Cornedo Vicentino VI